Sulle tracce di san Francesco by Attilio Brilli Simonetta Neri

Sulle tracce di san Francesco by Attilio Brilli Simonetta Neri

autore:Attilio Brilli, Simonetta Neri [Brilli, Attilio Neri, Simonetta]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Storia, Studi Religiosi, Intersezioni
editore: Società editrice il Mulino, Spa
pubblicato: 2016-12-14T21:00:00+00:00


VI.

Le Carceri

Il toponimo delle Carceri indica l’insediamento conventuale che sorge nelle vicinanze delle numerose grotte e degli anfratti in cui si «carceravano» gli eremiti del Subasio dediti ad una vita di preghiera e di contemplazione, a stretto contatto con una natura che qui assume un volto aspro ed austero. La strada che conduce all’eremo non conosce le asperità di un tempo, ma come un tempo offre una vastissima veduta della valle umbra ed inediti scorci di Assisi, mentre il romitorio sembra volersi occultare nel folto mantello di querce e di lecci e procrastinare per l’ospite occasionale il piacere della scoperta. In questo contesto ambientale i seguaci di Francesco trovavano saltuaria dimora, secondo i suoi insegnamenti, nelle grotte concesse loro dai Benedettini del Subasio. È solo con Bernardino da Siena, vicegenerale dell’Ordine e fervente seguace della Regola, che nel XV secolo prende forma il convento che vediamo oggi, incorporando il primitivo oratorio e la così detta Grotta di san Francesco.

Le Carceri rappresentano un vero e proprio paradosso. Infatti la suggestiva ubicazione silvestre e la contiguità con l’articolato sistema abitativo delle spelonche fanno delle Carceri una sorta di prototipo romitoriale che sorprende e avvince per l’assoluta originalità. Tuttavia come luogo dell’aurorale esperienza eremitica francescana, l’appellativo delle Carceri ricorre unicamente nella tradizione devozionale e nella sua aneddotica. Basti pensare a come vi si colloca, in analogia con gli altri eremi, la Grotta di san Francesco con il suo simbolico letto di nuda pietra. Per parte loro, i testi agiografici riportano episodi connessi con la vita del santo e dei suoi seguaci ambientandoli genericamente «sul Subasio», senza mai nominare le Carceri. Riferimenti ai frati Minori presenti nel convento delle Carceri si incontrano con il XIV secolo, anche se, nelle loro allusioni ad epoche anteriori, non si fa cenno alla presenza di Francesco o dei suoi compagni. È nel corso di questo secolo che le Carceri assumono una inedita funzione, diventando luogo di rifugio di quei frati i quali, contestando le modalità di vita dei confratelli in strutture stabilmente organizzate, si pongono in antitesi alla comunità stanziale del Sacro Convento. Con ogni probabilità questa contestataria, pervicace rivendicazione dello spirito del francescanesimo della prima ora ha conferito alle Carceri il suo severo, inconfondibile stigma francescano. Anche se dal XV secolo in poi l’insediamento delle Carceri appare ormai integrato nel sistema organizzativo conventuale, la caratteristica del luogo e la disseminazione di grotte ed anfratti portatori di storie e leggende, evocano la Regola originaria di Francesco. Non è certo un caso se, prima di diventare meta di pellegrinaggi, le Carceri sono luogo di escursioni penitenziali.

Un tempo il romitorio era raggiungibile con fatica e difficoltà. Le vecchie guide assisane rammentano che a porta Cappuccini si potevano noleggiare asinelli o calessini trainati da un cavallo con l’aggiunta di un paio di bovi, senza i quali non sarebbe stato possibile superare gli aspri strappi del monte.



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